venerdì 20 maggio 2016

Merce virtuale e pubblicità reale


Sono ormai quattro i miei libri digitali disponibili sullo store del "distributore" e sulle principali librerie online (Feltrinelli, IBS, Amazon eccetera).
Metterli in vendita è facile e non costa niente, almeno se si è in grado di realizzare una copertina professionale quanto basta e di gestire la trasformazione del testo in ePub (e per fortuna a quello pensa il prezioso Jacopo). Ma, ovviamente, questo non è sufficiente per venderli. Le librerie ospitano milioni di titoli, ed è praticamente impossibile che qualcuno scopra per caso i miei lavori. Anche chi cercasse un certo tipo di narrativa, poliziesca o fantascientifica, prima di imbattersi nei miei volumi deve "sfogliare" migliaia e migliaia di libri di autori e case editrici più importanti. Dunque, dopo averli "pubblicati", bisogna ingegnarsi per venderli. E, si sa, la pubblicità è l'anima del commercio.
La prima cosa da fare è la più semplice ed economica: parlarne nel proprio blog, sul profilo Facebook, su Twitter e quant'altro disponibile gratuitamente in rete. Se si hanno centinaia di migliaia di followers o "amici", può essere sufficiente. Se se ne hanno solo qualche migliaio, diventa più complicato far quadrare i conti per quella via.
Personalmente, sono "seguito" soprattutto da lettori delle mie vecchie storie di Zagor e Dylan Dog, da fan delle mie strisce umoristiche e da qualche collega. Persone, oltretutto, sparpagliate ai quattro angoli del mondo (oltre che in Italia, in Canada, Norvegia, Turchia, Croazia...) e che in qualche caso non parlano neppure l'italiano. Così, da questo bacino di potenziali lettori non c'è da aspettarsi grande riscontro. In effetti, nei primi mesi non è arrivato che qualche centinaio di euro di diritti d'autore.
Un'altra strada che la rete offre, è quella di "sponsorizzare" i libri in rete. Non ho ancora approfondito le metodiche e i costi di questo metodo, ma prima o poi lo farò.
Altri canali sono decisamente troppo costosi: spot in tivù o alla radio e inserzioni su quotidiani e periodici sono fuori dalla mia portata. Che altro resta? Solo il volantinaggio nelle sedi opportune, credo. Perciò ho preparato un volantino in formato A5 (14,8 cm. per 21 cm.) e ci ho investito una parte dei proventi finora raccolti coi miei eBook.
Ho effettuato la prima distribuzione (un migliaio di copie) in occasione del Salone del Libro di Torino. Distribuzione "alla cieca": vai a sapere chi, tra ragazzini, adulti e anziani che si aggiravano per i corridoi della Fiera, legge anche libri digitali. A livello nazionale si tratta del 5-10% dei lettori. Comunque, l'importante è incuriosire con le copertine e i riassunti. Poi, se uno è interessato, in qualche modo forse si organizzerà per procurarsi e leggere il volume che ha attirato la sua attenzione.
Insomma, per vendere le mie opere virtuali (o, per essere più precisi, pubblicate su supporto virtuale: il contenuto è "reale" esattamente come quello dell'edizione cartacea, dove questa esiste) sono ricorso a una pubblicità "reale", su carta.
Continuerò la diffusione dei volantini alle prossime mostre e incontri di vario genere. Per cui, se nei mesi a venire partecipando a qualche evento librario o fumettistico vi capiterà di vedere un tizio in barba e occhiali che distribuisce foglietti colorati tra gli stand... sapete chi è.





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